Droga assunta da Pamela: forse ha fatto scatenare in lei la mancanza di lucidità tale da indurla anche ad avere un rapporto intimo con il suo aguzzino. Le indagini proseguono sulla sua morte

Erano stati fermati tre mesi fa, i tre nigeriani accusati di aver stuprato, ucciso e poi fatto a pezzi il corpo di Pamela Mastropietro, la ragazza uccisa a Macerata, sulla cui morte si continua a indagare. Infatti, su un punto specifico gip e procura non si trovano attualmente d’accordo: il gip ritiene che la ragazza possa aver accettato di avere un rapporto sessuale con quello che sarebbe stato poi il suo aguzzino, l’esecutore materiale della violenza e della morte, ma la procura crede che Pamela avesse assunto una dose tale di droga da impedirle di essere lucida.

Per il gip non ci sarebbe stata violenza sessuale, mentre per la procura sì. In ogni caso, il punto chiave della vicenda appare essere, oggi, proprio la droga assunta da Pamela: secondo quanto emerge dalle indagini, infatti, la ragazza si sarebbe sentita male dopo aver preso l’eroina e lo spacciatore, Oseghale, magari per timore di essere scoperto, avrebbe infine ucciso la giovane con un colpo in testa e inferendole due coltellate. Poi, avrebbe deciso di fare a pezzi il corpo della ragazza e l’avrebbe gettata sul ciglio della strada.