Come curare l’epilessia genetica

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arciGli scienziati del Francis Crick Institute hanno trovato un nuovo bersaglio terapeutico per il disturbo da carenza di CDKL5 (CDD), uno dei tipi più comuni di epilessia genetica. La CDD causa infatti crisi epilettiche e disturbi dello sviluppo nei bambini e i farmaci si limitano a gestire i sintomi piuttosto che affrontare la causa principale della malattia. Il disturbo comporta la perdita della funzione di un gene che produce l’enzima CDKL5, che fosforila le proteine, ossia aggiunge una molecola di fosfato in più per alterarne la funzione.

Ebbene, dopo una recente ricerca dello stesso laboratorio che ha dimostrato che un canale del calcio potrebbe essere un bersaglio per la terapia della CDD, il team ha ora identificato un nuovo modo per trattare potenzialmente la CDD potenziando l’attività di un altro enzima per compensare la perdita di CDKL5.

Nella ricerca, pubblicata su Molecular Psychiatry, gli scienziati hanno studiato topi che non producono l’enzima CDKL5, topi che presentano sintomi simili a quelli delle persone affette da CDD, come una riduzione dell’apprendimento e dell’interazione sociale. I ricercatori hanno innanzitutto identificato che la CDKL5 è attiva nelle cellule nervose dei topi, ma non in un altro tipo di cellula cerebrale chiamata astrocita.

Nelle cellule nervose hanno misurato il livello di fosforilazione di EB2, una molecola nota per essere bersaglio di CDKL5, per capire cosa succede quando CDKL5 non viene prodotto. È interessante notare che anche nei topi che non producono CDKL5 si verificava comunque una fosforilazione di EB2, il che ha suggerito che anche un altro enzima simile deve essere in grado di fosforilarla.

Esaminando gli enzimi simili a CDKL5, i ricercatori hanno identificato che uno chiamato CDKL2 ha anch’esso come bersaglio EB2 ed è presente nei neuroni umani. Nei topi privi di CDKL5 e CDKL2, la fosforilazione residua di EB2 è quasi completamente scomparsa.

I ricercatori hanno dunque concluso che, sebbene la maggior parte dell’attività provenga da CDKL5, circa il 15% proviene da CDKL2 e il restante <5% da un altro enzima ancora da identificare. La ricerca suggerisce che l’aumento del livello di CDKL2 nelle persone con carenza di CDKL5 potrebbe potenzialmente trattare alcuni degli effetti sul cervello nelle prime fasi dello sviluppo.

Sila Ultanir, Group Leader del Kinases and Brain Development Laboratory al Crick, ha dichiarato: “La CDD è una condizione devastante che colpisce i bambini fin dalla nascita e non sappiamo molto sul perché la perdita di questo enzima sia così disastrosa per lo sviluppo del cervello. Grazie a questa ricerca, abbiamo identificato un modo potenziale per compensare la perdita di CDKL5. Se riuscissimo ad aumentare i livelli di CDKL2, un giorno potremmo essere in grado di fermare lo sviluppo o il peggioramento dei sintomi”.

I ricercatori stanno ora studiando se i topi privi di CDKL5 possano essere trattati stimolando le loro cellule cerebrali a produrre più CDKL.

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